Ormai conosco
meglio ogni angolo di questa stanza di quanto conosca casa mia.
È mattina e come
sempre mi alzo dal letto grazie alla sola spinta che un nuovo giorno mi dà.
Scosto le tende
dalla finestra e lancio lo sguardo la fuori, cercando uno stimolo per vestirmi
e scendere.
Il viale che
passa sotto l’hotel ha l’aspetto di un qualcosa di morto, di inerme.
Le foglie degli
alberi ormai giacciono in terra creando un tappeto di marciume color ruggine.
La nebbia,
miscelata con lo smog delle mille auto che trasportano anime tristi verso il
loro ufficio altrettanto triste, crea una cortina grigia che di certo non
invoglia la bocca a generare un sorriso.
Abbasso il capo,
indietreggio e mi dirigo in bagno dove uno specchio enorme mi accoglie.
Rivedo me stesso
e risento dentro di me le parole che scrissi come chiusura di un viaggio in
Mongolia.
Consigliavo di
sorridere sempre, soprattutto a me stesso, in quanto per un gesto così
semplice, mille ragioni vi saranno di certo e mille altri progetti che il
futuro ha in serbo per noi cancelleranno in un attimo quella nebbia, quel color
ruggine diventerà nuovamente color smeraldo in un solo istante e la natura
tornerà ad essere viva come mai prima d’ora.
Appoggio le mani
al lavabo, avvicino il mio viso allo specchio sino ad appoggiare il naso su di
esso. Vedo la mia immagine riflessa direttamente dentro alle pupille degli occhi,
così vicini e tondi da sembrare il nostro mondo visto dall’alto.
Cerco in essi un
qualcosa e lo trovo nell’immaginario di un sogno.
Sorrido ed
allontanandomi dallo specchio mi parlo
“ giusto Gianni, hai ragione. Fra poco
si parte sorridi ! “
Sarà passato
Natale da poche ore e noi partiremo ancora.
Una volta ancora, cercando di
tramutare un sogno, una lettura, una fotografia in un ricordo che rimarrà sotto
la nostra pelle per sempre.
Partiremo il 26
di Dicembre e voleremo a Sud, laggiù dove le foglie non sono color ruggine e
dove la natura non dorme.
Raggiungeremo il
Sud Africa per poi viaggiare lungo esso sino alla Namibia e poi ancora il Botswana.
Un viaggio che
abbiamo in mente da molto tempo, un viaggio per il quale abbiamo atteso che la
nebbia riempisse i polmoni e gli occhi di chi si affaccia alla finestra
Italiana così da avere, laggiù, l’estate Africana.
Un viaggio che
avrei voluto fare in moto, come sempre e solo in moto. Ma per una serie di
ragioni mi sono dovuto arrendere e la moto questa volta non verrà, resterà a
casa custode della nebbia e del freddo.
Purtroppo in
molti luoghi che noi visiteremo, con la moto non puoi andare, non ti fanno
accedere.
Mi sono a lungo domandato se fosse giusto privarci di immagini
uniche, emozioni e sensazioni indescrivibili solo a causa della mia
cocciutaggine e devozione alla moto.
Mi sono anche confrontato
con me stesso, con la voglia che avrei di visitare luoghi dove mai e poi mai la
moto potrebbe seguirmi. I deserti di ghiaccio del Polo Nord, il mondo sommerso
degli oceani e la loro brulicante vita oppure, oppure più semplicemente i
parchi del Sud Africa.
Andremo in
fuoristrada, abbandonando momentaneamente le due ruote per far posto alle meno
amate quattro. Ma vivremo quell’esperienza cercando di essere parte di quel
mondo in tutto e per tutto. Il nostro mezzo sarà dotato di maggiolina, ovvero
una tenda posta sul tetto. Avremo serbatoi aggiuntivi di carburante e di acqua.
Avremo scorte di cibo per non dover dipendere da altri. Esattamente la stessa
configurazione mentale e metodologica di quando ci spostiamo in moto,
semplicemente un po’ più comodi….
Diciamo che per questo sogno, viaggiamo in BUSINESS
CLASS…..
Un po’ di
amarezza però c’è.
Mi sento un po’ come
chi tradisce il proprio credo.
Mi sento come un
Vegano che si mangia una bistecca al ristorante Fiorentino.
Nonostante questo
però, non vorrei un giorno morire come quel Vegano che non seppe mai quanto era
buona la bistecca del ristorante Fiorentino.
Noi partiremo e
questo è il perché del mio sorriso stamane davanti allo specchio triste di un
hotel triste.
Cercheremo di
vivere ogni istante di quel viaggio che da tempo immaginiamo rendendolo il
pensiero bello a cui penso un istante prima di lasciare che i miei occhi si
chiudano alla sera.
Cercheremo di
viverlo e per quanto possibile farlo vivere a chi seguirà questo blog.
Cercheremo di
raccontarlo, ma con discrezione, con estrema delicatezza, come fosse una cosa
fragile, un qualcosa di prezioso.
Ed è proprio così
infatti, mai come oggi il nostro mondo lo è stato. E mai come oggi il nostro
mondo avrebbe bisogno di amici.
Vivremo quel
periodo in punta di piedi senza correre, sussurrando senza urlare, osservando
senza carpire. Faremo di tutto affinché quel luogo e chi lo abita non si
accorga di noi e soprattutto non debba mai ricordarsi del nostro passaggio.
Noi saremo là,
inseguendo il richiamo della foresta, noi tre… Gisella, io e la nostra nuova
amica Jumba.
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