11 gennaio 2017

End to the Wild

Non posso essere felice nello scrivere questo ultimo post.
Non posso esserlo in quanto ultimo.
Posso però essere attratto dalla storia che il mondo selvaggio e forte dove abbiamo vissuto in questi giorni mi ha lasciato sulla pelle.
Una storia di fantasia, che non ha per protagonisti il Re incontrastato della foresta ne tantomeno il maestoso elefante.
Bensì due piccole creature, create dalla stessa mano che creò il Re e l'elefante, forse con un impegno minore ma certamente con una grande arte.
La storia inizia in un solco su di una pista sabbiosa lasciato da un pneumatico di un fuoristrada, ed inizia così:

Un rumore sordo e lo spostamento d'aria di un auto fa sobbalzare e spaventare la povera dama bianca, la quale intenta ad attraversare la pista sterrata, per poco non veniva travolta.
Ancora impolverata e mezza tramortita si vede arrivare addosso un'ombra rotolante.
Chiude gli occhi, quasi a non vole assister alla propria morte quando ad un tratto l'ombra si arresta e, dietro essa una voce esclama " ciao dama, sei tutta intera ?"
Ohi si Sterk, sto bene ma per poco questo fuoristrada non mi schiacciava.
Anche io ho rischiato dama, ma per fortuna il tipo alla guida mi ha visto e mi ha evitato.
Io non ne posso più di questo posto Sterk, vorrei partire, andare lontano, sogno mondi nuovi e diversi.
Vorrei lasciarmi alle spalle tutta questa sabbia che mi impolvera le mie otto zampette.
Vorrei poter vedere cose nuove e sopratutto vorrei avere a che fare con il mondo ricco, non come te per esempio.
Sterk, un po' rattristato, guarda la dama che con quattro zampette si pulisce le altre quattro ancora appoggiate in terra e le chiede.
È come pensi di fare dama ? Come pensi di scappare dal tuo mondo ?
Non capisci nulla Sterk, guarda laggiù, i due del fuoristrada si sono fermati ed hanno lasciato aperta la porta del fuori strada ed il loro zaino. Mi infilerò dentro e mi farò portare via da loro, ovunque vadano.
Ma dama, a voce bassa sussurra il sempre più triste Sterk, questo significa che non ci vedremo mai più.
Che mi importa, fredda e secca, risponde la dama bianca.
Io sono di alta classe, sarò ammirata e potrò dare sfoggio della mia infinita classe, mentre tu.....tu misero, continuerai a muoverti nella sabbia di questo arido deserto.
Così, quei due tipi alla guida del fuoristrada, ignari di aver con se un ospite, anzi una elegantissima e nobile ospite, terminano il loro meraviglioso tour attraverso il Sud Africa, la Namibia ed il Botswana.
Con grande rammarico riconsegnano Jumba, la fedele compagna motorizzata la quale ha consentito loro di percorrere più di 7000 km molti dei quali su sterrati sabbiosi e piste fangose.
Si sono girati indietro non per un addio bensì per un arrivederci e sono ripartiti, come sempre fanno, per tornare ad essere ciò che realmente sono, ovvero dei sognatori i quali sognano di viaggiare e poi viaggiano davvero, per sognare ancora e ripartire nuovamente.
Questi due tipi, che altri non sono se non .....noi, arrivano a casa.
Un freddo artico avvolge il paese e le temperature sono abbondantemente sotto lo zero.
La dama bianca, ancora nascosta dentro lo zaino, inizia ad avvertire una sensazione mai sentita prima.
Le otto zampette tremano e il fiato si condensa sembrando fumo uscire dalla bocca.
Ad un tratto sente lo zaino aprirsi ed una corrente gelida le attraversa le membra.
Sente la voce di Gianni che chiede a Gisella: la roba che c'è nello zaino dove la posso mettere ?
Lei risponde: tira fuori tutto e lascia sul tavolo.
La dama sente lo zaino capovolgersi ed un grande frastuono la catapulta, insieme a tutto il resto su un tavolo in legno.
Lei cade, il freddo ancora più pungente di una casa lasciata con il riscaldamento spento per settimane quando fuori è sotto zero le riporta alla mente il caldo del suo deserto, le notti fresche e stellate trascorse a parlare con il suo amico Sterk.
In quel momento si rende conte di quanto la sua voglia di apparire le abbia tolto la capacità di essere.
Si riprende dalla botta subita cadendo sul tavolo, si mette a correre con un unico obiettivo: tornare a casa, nel suo mondo, nel suo essere.
Mentre corre vede un ombra, le pare grande, come quella che Sterk ( il suo amico stercoraro ) genere facendo rotolare una pallina di sterco per chilometri.
L'ombra si avvicina e lei ruotando il capo si gira cercando il suo fedele amico sino a quando....SBAAANNNG !!!!
Una botta tremenda la uccide.
Tutto a posto urla Gisella dalla camera da letto ?
Si tutto ok, risponde Gianni dalla sala, c'era solo un ragno.......

La dama bianca, tipico ragno di color bianco la quale ha la caratteristica di sollevare le zampe anteriori se attaccata o impaurita, noi l'abbiamo vista.
Sterk, il simpatico scarafaggetto che di mestiere sposta merda altrui per la savana, noi l'abbiamo visto.
Nonostante la storia, nessuno dei due è davvero morto e nessuno dei due è mai partito, come in tutti i film è solo finzione.
Ciò che invece non è finzione è il nostro essere stati rapiti da questo mondo e da chi in esso trova ogni giorno la vita.
Un mondo talvolta selvaggio, dove il confronto fra uomo e natura è quotidiano e costante.
Dove tu uomo non ti senti più quel Superman metropolitano bensì scopri di essere un nulla mischiato con nessuno e somigliare molto più ad un invitante pasto per un animale predatore piuttosto che una caviglia da mordere da un serpente o, se sei vicino alla corte della dama bianca, un bel morso velenoso.
Rientriamo da un mondo dove non chiudi  la porta per evitare che entrino le mosche....
Rientriamo da un mondo dove non accendi il fuoco con l'unico scopo di farci da mangiare sopra.
Rientriamo da un mondo dove uomini e animali sono liberi di abitarvi, tutti !
Liberi di essere parte di quel mondo significa liberi di cercare di sopravvivere, ogni giorno, ogni notte.
Rientriamo da un mondo che talvolta ci ha intimorito, talvolta ci ha impaurito, sempre però ci rapito e stupito.
Lo lasciamo come lo abbiamo trovato, nel rispetto di una natura che mai come in questo viaggio, ci ha dimostrato di essere viva ed esplosiva.
Rientriamo verso la nostra fredda casa, ma avendo avuto cura prima di controllare che nessuna dama bianca avesse chiesto l'autostop.
Rientriamo senza esserci dimenticati di tutte le persone incontrate ( a dire il vero poche per fortuna ) e di tutti gli esseri viventi che non appartengono alla categoria umana ( tanti per fortuna ).
Dal millepiedi gigante, passando per la iena, il ghepardo, il suo cugino leopardo, le mille zebre, i rinoceronti, i ciccionissimi ippopotami, i temibili ma catalizzanti elefanti ed infine, ma non perché meno importante, il piccolo e laboriosissimo stercoraro.
Chiedo a Gisella, di tutti le creature viste, se tu dovessi nascere animale, cosa sceglieresti ?
Leopardo ovviamente, mi risponde Gisella.
E tu, mi chiede.
Io.......se nascessi animale vorrei avere la forza dell'elefante, l'astuzia del ghepardo e vorrei starmene tutto il giorno a mollo nell'acqua come l'ippopotamo.......però probabilmente il destino mi farebbe nascere stercoraro e sposterei merda tutto il giorno, come sempre !

Questo viaggio finisce, ma non i sogni ed i nuovi desideri che esso ha generato.
Abbiamo vissuto esperienze importanti, da soli, sapendo che la sola forza che si ha è la forza che siamo o sappiamo essere.
Abbiamo visto visi nuovi, conosciuto amici ancora nascosti, ci siamo immersi nel loro mondo ma cercando di scapparne ed essere soli, così come piace a noi, appena possibile.
Questo viaggio ha avuto inizio e fine a Johannesburg, è come una lancetta di orologio ha girato in senso orario portandoci a percorrere una sorta di anello da est verso ovest, poi a nord, nuovamente a est per poi tornare a sud.
Abbiamo respirato l'aria secca dei deserti è quella umida delle foreste del Nord.
Abbiamo percorso piste polverose e sabbiose per poi immergere il fuoristrada sino al cofano nei guadi e nelle pozze delle foreste.
Abbiamo passato notti sotto stelle sconosciute e ascoltato ruggiti dare fine ad una vita.
Vorremmo essere li anche ora, vorremmo ritornare sotto quei cieli e lasciare che il mondo si fermi per noi.
Mi piacerebbe davvero chiudere gli occhi e risvegliarmi di fronte alla duna che ho salutato mentre il nuovo anno nasceva.
Mi piacerebbe......ma occorre tornare perché questo è l'unico, vero modo per poi poter ripartire.
Un passo alla volta, come sempre, anche solo un metro alla volta, ma mai mollare, andare, proseguire senza fermarsi mai e sopratutto cercando di conquistarteli davvero quei metri.
Esattamente come Sterk, il quale spingendo a braccia quella sua pallina di cacca, chissà ora dove sarà arrivato, chissà quanta strada avrà fatto e chissà.....se un giorno sentirà nuovamente l'aria di un fuoristrada che gli passa accanto, chissà.....potrebbero essere quei due che nella storia, e speriamo solo nella storia, avevano dato un passaggio alla sua dama.

Emozioni e sensazioni:
La Namibia ci ha stregato per la sua infinita vastità desertica. Mille colori, mille sabbie e rocce. Sfumature che si intersecano fra loro come se un pittore le avesse debitamente studiate ed abbinate.
Il vento caldo che ti asciuga gli occhi e ti inaridisce la gola altro non è se non il respiro di un deserto sconfinato il quale termina solo nell'istante in cui ha inizio l'oceano.
La Namibia fa sognare.

Il Botzwana ci ha tolto il fiato, talvolta facendo tremare la mani e sussultare il cuore.
Il suo essere selvaggiamente verde richiama una moltitudine di animali che vivono, uccidono e muoiono raccogliendosi attorno alle pozze d'acqua e facendosi ammirare nel loro habitat facendoti sentire quasi fuori luogo.
Dormire in Botzwana, nel buio della notte illuminata solo da mille stelle e sonorizzata con mille suoni animali, è un momento di estrema maturità per noi bipedi. Un istante che riaccende il desiderio di restare.
Il Botzwana è terribilmente attraente.

Il Sud Africa, sebbene un po' trascurato in questo nostro viaggio, ha saputo regalarci forti contraddizioni e farci meglio comprendere la stupidità umana del separare esseri, fra loro uguali, a meno del colore.
Gli infiniti rettilinei, le strade spesso pericolose ed una natura anche qui esplosiva, ci rapivano gli occhi oltrechè il cuore.

Viaggio in pillole:
Mezzo utilizzato: Toyota Hilux
Problemi meccanici: Nessuno
Pneumatici forati:Nessuno 
Problemi di salute: Nessuno
Rompicoglioni Incontrati: Uno ( ma non dirò il suo nome, però è svizzero )
Multe prese: Una in Botzwana ( causa eccesso di velocità, costo verbalizzato 720 Pula. Multa pagata dopo contrattazione 220 Pula senza scontrino.... )

Alcune regole di guida:
Il volante è di fronte al sedile di destra......
Quando deciderete di mettere la freccia accenderete i tergicristallo....
Quando pioverá invece, metterete la freccia......
La corsia più lenta è quella di sinistra......
La voce che vi arriva da sinistra, presumibilmente,  è quella di vostra moglie.
Agli stop, ha la precedenza solo chi si è arrivato prima ( ovvero, ad un incrocio a 4 strade, se 4 auto giungono, avrà la precedenza a transitare chi per primo è arrivato allo stop. Siccome fra il primo ed il quarto passano pochi istanti, vi immaginate voi in Italia cosa accadrebbe ??? )

Per tutto il resto.....godetevi il paesaggio ma attenzione ad una cosa importantissima....
Occhio al mio amico Sterk !!!!

Viaggio terminato, sogno realizzato.
Si sogna per viaggiare.
Si viaggia per sognare.

Mai mollare, mai fermarsi, 

G&G










1 commento:

  1. Complimenti per il viaggio, le foto e le emozioni che ci avete comunicato. Non sarà stato un canonico viaggio in moto ma credo che, come tutti i viaggi, vi abbia trasmesso molto e fatto conoscere popolazioni molto "diverse" da noi ma estremamente interessanti. In teoria sono intransigente con Marzia sui viaggi "o si va in moto oppure Spotorno" (con tutto il rispetto per Spotorno) ma vedendo certe foto un pensierino sulla 4 ruote in Sud Africa è doveroso e mi ispira molto per le prossime vacanze invernali...

    Grazie della condivisione.
    Federico

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